All’improvviso, tutti statalisti con un tocco nauseante di cattolicesimo.
A Rio come a San Paolo, a Venezia come a Salerno come a Milano. Eravamo individualisti, egoisti e, in pochi mesi, ci siamo scoperti dei moralisti.
I migliori quelli che ti scrivono su Facebook o in privato e ti spiegano come devi comportarti, la discriminante è farti o non farti una o più dosi di vaccino.
I migliori tra i migliori quelli che si professano notoriamente antifascisti e affermano che brucerebbero, eliminerebbero dalla faccia della terra chi le dosi non le ha fatte o chi incita alla cautela, con i farmaci. E se tu gli rispondi che non è esattamente questa la tua opinione, che la situazione è un po’ più complessa, loro incarano la dose e ti danno del fascista.
Hanno la bava alla bocca e non se ne rendono conto. Poi, se li incontri per strada e gli dici: “Non dovevamo menarci?”, non hanno il coraggio di alzare un dito.
Sono dei moralisti via email.
Io credo che dovremmo tutti darci una calmata, rispettarci un po’ di più e pensare alla bellezza della diversità d’opinione e di comportamento.
Inghilterra, Spagna, Portogallo e i Paesi del Nord Europa potrebbero insegnarci come fare.